I Canti Popolari nella Settimana Santa in Puglia: tra pietà popolare e tradizioni (Quarta Parte)

Maria dunque arriva dinanzi alla casa di Simone e Maddalena, i quali non possono aprirle per paura dei Giudei, la invitano però a recarsi alla bottega del fabbro che sta preparando i chiodi per la crocifissione:

«Mastre Vitrille, ca fa’ li chùve,

falli piccule e ben suttile,

che hanna trapassà li carne de lu gghie mie».

A ddà ce steve Giude traditore,

che pe ‘na voce torbe la responne:

«Falli lunghe e late e taracùte,

chè li denare mije l’aje spennute».

(“Maestro fabbro, che fai i chiodi, / falli piccoli e sottili, / perché devono trafiggere la carne di mio figlio” / Si trovava lì Giuda il traditore, / che con una voce torbida le risponde: / «Falli lunghi, larghi e taglienti, perché ho speso i miei denari») [8].

Ecco anche qualche verso di un canto di Massafra (TA), nel quale Maria, insieme a Giovanni, attirata dal rumore delle torture, giunge alle porte del Pretorio, dove, gridando, si rivolge al Figlio, legato alla colonna:

[…] si sendéve nu gran rumóre

e ci jére e ci no’ jére,

jére gGésù che li gGuardje.

Ce li däve na scka eggiäte,

ci li däve na pugnaläte:

quello sangue ci scurréve

ind’ allu calice lu mettéve.

(si sentiva un gran rumore / e, dopo tante ipotesi, e si scopri che era Gesù con le guardie. / Ci lo schiaffeggiava, chi lo pugnalava: il sangue gli scorreva, nel calice lo metteva.)

(Fonte http://new.psallite.net/– Autore Don Sergio Biancofiore)

Note

 [8] REMIGIO DE CRISTOFARO, Ischitella. I canti del popolo. Album di paese, Siena 1997, p. 176.

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