! Preceduto da un sordo colpo di grancassa, quasi il brontolio di un tuono lontano che annuncia la tempesta, improvviso risuona l’attacco degli ottoni, secco come lo schiocco di una frusta; precede una vera e propria esplosione che con tutta la sua drammatica potenza esprimerà insieme dolore misto a rabbia sguaiata e tristezza disarmante.
Altissimo risuona un grido lancinante, surreale, coinvolgente: ‘Stava Maria dolente, senza respiro e voce…’. Le note arrivano dovunque tant’è la potenza di quel canto; gli occhi di tutti già luccicano; molti piangono senza ritegno.
! Per tutta la sua durata, Peppino aveva anticipato, illustrato e commentato le varie fasi della processione, uguale a se stessa come tanti anni fa, quand’era bambino e in prima fila vi assisteva mano nella mano di papà o mamma, talvolta con tutta la famiglia a raccolta.
Era soprattutto suo padre che gli spiegava un mondo che ai suoi occhi di bambino appariva quasi magico e gli trasferiva emozioni forti. Emozioni pari a quelle che, lo ricordava bene, provava solo al teatro Lembo, quando c’era l’opera, con tutte le sue suggestioni, le finzioni scenografiche, i costumi fantasmagorici e quel canto che non capiva, ma che lo ammaliava. Anche lì c’era papà che gli svelava trame ingarbugliate, bisbigliandogli nell’orecchio per non disturbare i vicini nel palco.
Nota dell’Autore: Fin tanto che scrivevo, la mia mente di tanto in tanto cominciava a vagare fra mille ricordi, e si accaniva nella ricerca del commento finale che, con la massima sintesi possibile, sapesse fotografare il mio stato d’animo.
http://www.romolo.chiancone.eu/doc/stava-maria-dolente-by-romolo-chiancone.pdf
Un particolare ringraziamento a Rossella Inguscio che mi ha concesso l’uso delle sue foto per illustrare questo racconto.
https://m.facebook.com/RossellaIngusciofotografie
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