I Canti Popolari nella Settimana Santa in Puglia: tra pietà popolare e tradizioni (Seconda Parte)

Il modello di tali forme espressive fu rappresentato dalle sacre rappresentazioni, che sin dal medioevo coinvolgevano i fedeli nelle chiese, presso le confraternite, sui sagrati delle cattedrali… Si trattava ora di uscire dai luoghi di culto e puri care la teatralità delle rappresentazioni dagli eccessi spettacolari [2]. Nacquero così le processioni e tante altre forme devozionali giunte no ai nostri giorni, che ebbero nella Settimana Santa, e nel Venerdì Santo in particolare, il loro momento privilegiato.

L’intenzione di portare il Vangelo anche negli ambienti rurali è testimoniato, ad esempio, nelle campagne della Grecìa Salentina [3] (il triangolo costituito dai comuni di Lecce, Otranto e Gallipoli), dal tradizionale canto itinerante dei così detti cantori di “santu Lazzaru”, che, coadiuvati come gli antichi cantastorie da immagini indicate strofa per strofa, illustrano minuziosamente i misteri dolorosi della passione [4].

Il dramma sacro, dunque, assunse gradualmente una forma processionale, gli attori vennero sostituiti da statue, e i canti divennero sempre più corali, no a coinvolgere tutti i fedeli.

Sono sicuramente un’eredità delle sacre rappresentazioni gli “incontri” tra le statue di Gesù e della Madonna che avvengono, talvolta tramite una corsa spettacolare dei portatori, soprattutto nella Capitanata (ad esempio a Foggia, a San Severo [FG], a Trinitapoli [BT] …), oppure la presenza di bambini vestiti da angeli, che spesso portano, accanto alle statue dei “misteri,” gli strumenti della passione, come nella processione della “Desolata” a Canosa di Puglia (BT) [5]; è tipico del dramma sacro anche il carattere dialogico della maggior parte dei canti tradizionali del Venerdì Santo, che hanno ancora una parte importante in queste manifestazioni.

(Fonte http://new.psallite.net/– Autore Don Sergio Biancofiore)

Note

[2] «È costume il Giovedì o il Venerdì Santo dopo la predica della Passione far la processione con qualchedimostrazione, per rinnovar la memoria della Passione di Cristo […]. Alcuni sogliono rappresentare i Misteri di detta Passione, la qual cosa non riesce bene: prima perché è cosa comune, e visitata mille volte: secondo perché è cosa muta […], terzo riesce il più delle volte a riso per le molte attioni ridicolose, che fanno i ministri» (Processione da farsi la Settimana Santa per rinnovar la memoria della Passione di Cristo, e per eccitar le menti de’ popoli à compassione, e a pietà verso il tormentato Cristo. Del Rev. Padre Frà Pietro Cito da Martina, Predicatore Cappuccino, Lecce, Micheli-Russo, 1645. Cit. in FRANCESCO DI PALO, Stabat Mater dolorosa, op. cit.)

[3] A causa della vastità della materia ci limiteremo a considerare degli esempi tratti dal folklore pugliese.

[4] Cfr. https://www.youtube.com/watch?v=dJj8aNGUzxs.

[5] F. DI PALO, Stabat Mater, op. cit. p., 58-59.

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