La Croce di Mastro Guglielmo o Croce di Sarzana è una croce dipinta, datata epigraficamente al 1138 e conservato nella concattedrale di Santa Maria Assunta di Sarzana in provincia della Spezia. Si tratta del più antico esempio di croce dipinta datato. L’opera venne forse realizzata per l’antica cattedrale di Luni, oppure fu commissionata per la chiesa di Sant’Andrea di Sarzana; ipoteticamente poteva essere collocata su un tramezzo che separava la navata dal presbiterio o zona riservata al clero. In realtà non esistono prove di una simile collocazione e il dettaglio miniaturistico delle scene della Passione dipinte ai lati del corpo del Cristo crocifisso, oltre alle iscrizioni che descrivevano le scene (oggi quasi completamente illeggibili) porterebbe a pensare ad una collocazione che permettesse la fruizione ravvicinata di questi particolari: fruizione non necessariamente destinata ai fedeli, ma più probabilmente al clero che recitava le funzioni.
Nel 1470 la pieve di Sant’Andrea fu sottoposta a lavori di ristrutturazione e la Croce di Guglielmo venne trasferita in un luogo imprecisato. Ricomparve alcuni anni dopo nel vicino oratorio di Santa Croce. Da lì passò nella cattedrale di Santa Maria Assunta, collocata sopra la porta della sacrestia.
Lì la trovò durante la visita pastorale del 1572 il vescovo Giovanni Battista Bracelli che afferma “invenit iconam seu potius aliquas figuras Crucifixi, Beatae Mariae, Nicodemi et aliorum sanctorum vetustissimas et minime condecentes“[2]. Dodici anni dopo, nel 1584, durante la sua visita apostolica monsignor Angelo Peruzzi la vide esposta sull’altare della Purificazione della Beata Vergine Maria ed affermò che detto altare “habet iconam cum imagine Crucifixi, in actu quo Nicodemus corpus D.N. Jesu Christi levavit de cruce, cum multis aliis imaginibus, ita quod redditur valide ornatum“[3].
Nel 1602 venne attribuito all’immagine il miracolo di aver guarito un bambino di nome Agostino, in seguito al voto fatto dalla madre. Data la devozione dei fedeli l’immagine dovette essere collocata in un luogo più adeguato: nello stesso anno del miracolo fu spostata, su proposta dei canonici della cattedrale, nella cappella dedicata a san Giovanni Battista, della famiglia Cattanei. L’altare venne consacrato nel 1607[4]. Alla liturgia ufficiale si affiancò la pietà popolare: venne creata una confraternita dedicata al Santissimo Crocifisso che aveva cura della cappella e propagava la devozione verso l’immagine sacra. La celebrazione della messa avvenne per un certo periodo tutte le mattine di fronte al dipinto[5].
Dalla seconda metà del XVIII secolo la devozione al Crocifisso si legò a tre reliquie della Passione che si trovano nella concattedrale di Sarzana: la reliquia della Santa Croce, quella del Preziosissimo Sangue di Gesù ed alla Santa Vergine del Coro[6]. La tradizione popolare riporta altri miracoli attribuiti all’immagine sacra.
Dal 1982 un copia fedele della croce di Mastro Guglielmo si trova sull’altare maggiore della Abbazia di Heiligenkreuz in Austria. Sulla croce è rappresentato il Cristo crocifisso, accompagnato dai Dolenti e da riquadri di varia dimensione con Storie della Passione. All’autore è stato attribuito il nome convenzionale di “Mastro Guglielmo”, poiché epigraficamente, sotto il titulus crucis, con questo nome si firma e si dichiara autore del distico (“metra”): ANNO MILLENO CENTENO / TER QUOQ(ue) DENO / OCTAVO PIN/X(it) / GUILLEM ET H(aec) METRA FINX(it).
La figura del Cristo è raffigurata come trionfante (Christus triumphans), un’iconografia derivante da avori di epoca carolingia, tipica dell’ambiente della Riforma gregoriana, che si ripresenta nelle altre croci dipinte di area centro-italiana: Lucca, Pisa, Firenze, Arezzo, Spoleto e forse Roma.
La pittura venne realizzata su un supporto in legno di castagno, essenza legnosa tipica delle opere del XII e inizio XIII secolo. Fra gli strati preparatori, poi, si individuano, secondo la tradizione tecnica più consolidata, una tela ingessata, alcune strisce di pergamena per le zone di maggiore fragilità strutturale, e una stesura molto compatta e perfettamente finita di gesso e colla. Dopo l’esecuzione, presumibilmente all’inizio del XIV secolo, la figura del Cristo (ad eccezione del ricco perizoma) venne ridipinta. Venne rispettato però, pur nell’aggiornamento stilistico, la fisionomia, segno di una considerazione già devozionalmente orientata dell’originale. La figura originale è in parte leggibile grazie alla radiografia e alla riflettografia effettuate sul dipinto all’epoca del suo ultimo restauro (Opificio delle Pietre Dure, 2001).
Il committente, potrebbe essere identificato con un certo Guglielmo Francesco, figlio di Alberto Rufo e legato allo sviluppo economico della città, oppure con un membro della famiglia Villano.
(Fonte https://www.finestresullarte.info/567n_croce-guglielmo-sarzana.php)
Scheda Tecnica
Autore: Mastro Guglielmo
Data: 1138
Tecnica: tempera e oro su tavolo di castagno
Dimensioni: 299×214 cm
Ubicazione: ConCattedrale di Santa Maria Assunta Sarzana
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