ITINERARI DI FEDE

Nel lasciare affascinati della antica città di Canosa di Puglia, possono lasciarsi affascinare dall’architettura sacra e dalle tradizioni di fede, sia che si vada a sud della città che a nord, ci si può imbattere in luoghi di pregiato valore di fede, sia che si vada a sud della città che a nord, ci si può imbattere in luoghi di pregiato valore.

Santuario Maria SS. delle Grazie - Santuario San Pio da Pietrelcina


Prendiamo in considerazione il monte sacro del Gargano, che vuole come nome celeberrimo e come attrazione per milioni di turisti il carismatico Santo vissuto a San Giovanni Rotondo, San Pio da Pietrelcina. La piccola città, che durante gli anniversari della morte del santo, diventa un’enorme e comunitaria preghiera dei pellegrini, conserva le spoglie mortali del frate e i luoghi dove egli ha vissuto, confessato, pregato. La nuova chiesa, poi, progettata da Renzo Piano è stata la risposta al bisogno di accoglienza dei grandi numeri di devoti che giungono in Puglia da tutte le parti del mondo quotidianamente.

Santuario San Michele Arcangelo


A pochi chilometri, dopo qualche curva, troviamo il piccolo centro di Monte Sant’Angelo che prende il nome dall’omonimo Santo protettore, apparso in una grotta – oggi basilica – e che ha richiamato pellegrini illustri come re e santi.
La grotta, impregnata di incenso e umidità, ha accesso dopo ottantanove gradini in pietra, che conducono alla statua di candido marmo che rappresenta l’Arcangelo.
Non solo: case abbarbicate di pietra bianca e grigia e profumo di pane e camini, accolgono il visitatore in una scena di antiche tradizioni. Anche la gastronomia di questo posto riflette la semplicità di pietanze, fatte ancora come insegnano le nonne.

Abbazia Santa Maria Pulsano


Nell’omonimo colle del Gargano in onore alla Madre di Dio sul cadere del VI secolo per opera del monaco-papa S. Gregorio Magno, l’abbazia è stata luogo di monaci, eremiti e cerobiti, orientali e latini, che nel corso dei secoli ha avuto alterne vicende. Agli inizi del XII secolo fu ricostruita ad opera San Giovanni eremita, il Pulsanese, detto tardivamente da Matera, pellegrino al santuario micaelico del Gargano, dalla austera testimonianza di vita scaturì una famiglia monastica autonoma, l’Ordine monastico degli Eremiti Pulsanesi, che rifacendosi alla regola di San Benedetto e la tradizione monastica orientale già presente a Pulsano. La chiesa abbaziale, è in stile romanico e con il presbiterio ricavato in una grotta naturale, al termine dei lavori di costruzione, fu solennemente dedicata al papa Alessandro III il 30 gennaio 1177, il quale consacrò anche l’altare quadrato, uno dei pochi esempi di altare bizantini ancora presenti in Italia.

Cattedrale Maria SS. Assunta


Scendendo lungo l’Adriatico, anche il territorio della diocesi di Trani, Barletta, Bisceglie risuona del canto di fede. Interessante è la Cattedrale di Trani, tra cielo e mare. Nascosta, bianca, solenne, la cattedrale di Barletta. Antica, decorata, preziosa quella di Bisceglie. Conservano le reliquie dei Santi Mauro, Sergio e Pantaleone il tour tra le cattedrali di questi paesi, elevate nello stesso periodo storico e della stessa matrice architettonica, lo stile Romanico pugliese. Elegante, armoniosa, slanciata, protagonista: le cattedrali protettori della città e, musei aperti al pubblico, mostrano quadri e affreschi di pregiata bellezza. Sono territori benedetti dalla luce del sole e da cieli tersi, dove la creazione di Dio e il lavoro dell’uomo diventano insieme arte e lode.

Santuario Maria SS. dei Miracoli


Nell’entroterra troviamo Ruvo, posta all’apice di una collina che controlla strategicamente un vasto e fertile territorio, vanta un magnifico esempio di Romanico pugliese e Gotico svevo nella Cattedrale dell’Assunta, edificio dalla facciata singolare data dalla navata centrale e dall’inclinazione accentuata degli spioventi inclinati. Affacciata sulla piazzetta semicircolare, la cattedrale è il simbolo della cittadina di cui viene consigliata anche una visita nel piccolo centro storico.
Nella periferia di Andria si può visitare il Santuario della Madonna dei Miracoli in Andria, e nella vicina Minervino Murge che è detta Balcone delle Puglie, diciamo oggi che il concetto di «panorama» ci è familiare. Ma mentre questa graziosa definizione sottolinea la naturale propensione di Minervino verso la terra, verso la distesa di comuni e campagne sulla quale si affaccia, è pur vero che a Minervino non si arriva solo salendo gradualmente dalla piana. Provate ad arrivarci infatti dallo stesso livello, anzi da una quota leggermente più alta: si può, giungendovi dalla Mediana Murgiana.

Chiesa Madre Maria SS. Assunta


È bellissimo l'apparire di Minervino da lì, una visuale inconsueta e che non si dimentica: è da lì che si capisce di trovarsi all'estrema propaggine del crinale della Murgia alta, più che sulla «cima» di qualche cosa. Quindi è la Murgia alta che qui si sporge sul territorio con la sua punta estrema, ma non per guardare: per difendersi dalle insidie. Forse si potrebbe pensare a un nido sul ramo. E all'interno? Distrutta ormai l'antica e complessa mutazione, fatta di torri quadrate e circolari (delle quali solo una sopravvive, in vico V Scesciola), resta il nucleo di una città inaspettatamente preziosa, nobiliare: i palazzi e le chiese sono elementi architettonici di pregio, solidi e rappresentativi, quasi si trattasse di una città-castello, della quale le ricche facciate sono porte di stanze segrete e ornate.

Santuario Maria SS. del Bosco


Nella campagna di Spinazzola dove esisteva il vecchio santuario, fu edificato nel 1971 un nuovo edificio religioso. Del santuario più antico non rimane più nulla. A navata unica, facciata a capanna con portale e ampio porticato sui fianchi dell’edificio. Sul lato sinistro si erge il campanile quadrato. Il santuario è stato costruito in onore di Maria Santissima del Bosco, in quanto, secondo la leggenda, il quadro fu ritrovato da un taglialegna nel tronco di una quercia. Sull’altare maggiore è il dipinto della Vergine del Bosco variamente attribuito ad Antonio Stabile o ad Orazio Jacobotta, che raffigura la Vergine col Bambino. Due angeli incoronano il capo della Madonna e recano un cartiglio con scritto: “Regina Coeli, Laetare, Alleluia”.

Santuario Maria SS. di Ripalta


Nel camminare a circa nove chilometri a sud di Cerignola, sull’Ofanto dopo un lungo corso basso, pigro e limaccioso, sprofonda fra due rive e scoscese. E’ il luogo dove il poeta Orazio, fuggito dal clamore scomposto di Roma, volentieri si rifugiava presso Alfio sonnecchiando sotto l’antica elce, mentre le acque dell’Ofanto mormoravano frangendosi sulle rive sassose. Nel luogo della tradizione cristiana ha consacrato alla Madonna di Ripalta. Una leggenda che dice, intorno al 1172, una banda di malfattori trovò nella vicina boscaglia un grosso tavolaccio. I banditi lo trascinarono nel loro covo e lo usarono per battere il lardo.
Un giorno mentre il capo banda faceva l’operazione, sbagliò il colpo e il coltello s’infisse sul legno. Ne sgorgò sangue rosso e vivo. Il brigante, spaventato, chiamò i compagni. Sotto l’untume apparve l’immagine della Madre di Dio col Bambino; i volti erano sfregiati per l’offesa ricevuta. Un’altra versione della leggenda dice che il sacro tavolo fu rinvenuto da alcuni boscaioli i quali pensarono di fare legna da radere. Al primo colpo d’ascia ne spicciò sangue fresco e rosso. Fu così che sul luogo venne costruita una cappella e cominciarono i primi pellegrinaggi.

Santuario Madre di Dio Incoronata


Infine vorremo propormi la visita al Santuario della Madre di Dio Incoronata, l’origine dell’incoronata, si può verificare nell’ultimo Sabato di Aprile dell 1001, presso Foggia, con la concomitanza del ritrovamento della prodigiosa immagine che da sempre richiama una grande moltitudine di fedeli.La Beata vergine Maria Incoronata apparve all'alba dell'ultimo sabato di aprile del 1001, su una grande quercia, ad un signore che si trovava a caccia nel bosco del fiume Cervaro e gli mostò la Statua, chiedendo che venisse posta in venerazione in un'apposita chiesa da costruire sul luogo dell' apparizione, assicurando che sarebbe stata larga di grazia verso chiunque l'avesse pregata davanti a quel Simulacro. Sopraggiunse un contadino, che la tradizione chiama Strazzacappa, appese ad un ramo della quercia la sua caldarella trasformata, con un pò di olio, in rustica lampada.

Fu costruita la prima chiesa che l'affluenza numerosa di pellegrini e le tante grazie concesse per l'intercessione della Madonna, fecero rapidamente cambiare in un tempio, con annesso convento ed opere di carità. Monaci Brasiliani, San Guglielmo da Vercelli con i suoi monaci di Montevergine ed i Cistercensi si susseguirono nella cura pastorale del Santuario dell'Incoronata dal secolo XI al secolo XVI.
Nel secolo XVII l'Incoronata divenne commenda cardinalizia finchè all'inizio del secolo XIX fu tolta alla giurisdizione dell'autorità ecclesiastica dal governo napoleonico, che ne affidò la gestione ai laici: fu il periodo più brutto che attraversò il Santuario fino ad un quasi completo abbandono, facendo così diminuire di molto l'affluenza dei pellegrini. Finalmente nel 1939 l'Incoronata ritornò alla diocesi di Foggia nella persona del Vescovo, monsignor Fortunato Farina, che nell'aprile del 1950 lo affidò ai Figli della Divina Provvidenza, fondati da Don Luigi Orione: essi costruirono il nuovo Santuario ed il grande complesso architettonico che lo circonda dando grande sviluppo alla devozione alla Madonna, offrendo calorosa accoglienza ai pellegrini che sono sempre più andati crescendo nel corso degli anni perchè hanno trovato piena disponibilità per i sacramenti della Riconciliazione e della Comunione, per gli incontri spirituali, per le loro devozioni e per ogni esigenza materiale e spirituale. Questo scorcio di Puglia è frutto di un tempo illuminato in cui gli uomini hanno scolpito la pietra e i cuori dei fedeli, perchè giungessero a noi intatte tradizioni di fede.

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